Franca Sozzani (1950-2016) è sempre stata la Signora di Vogue. C’è sempre stata, soprattutto perché nell’anno in cui nacqui lei divenne la direttrice di Vogue Italia. Sono passati 28 anni. Ventotto anni in cui ha cambiato la visione della moda. La definiscono la regina della moda, ma forse era molto di più.
Era una ribelle nel suo mondo che non era fatto solo di lustrini: voleva dimostrare che nella moda c’era molto di più. E lo ha fatto sempre, con classe: Il Black Issue nel 2008 fu solo una delle tante battaglie che lei intraprese. Le modelle di colore, le curvy, la battaglia contro la mania della chirurgia plastica, contro i tumori, contro l’AIDS e tante altre ancora sono la prova della sua personalità forte, racchiusa in corpo minuto e dall’aspetto fragile.
Quando lessi che si era laureata alla facoltà di Lettere e Filosofia con una tesi in filologia germanica pensai di potercela fare. Perché capii che c’era altro nella moda.
Pensai che anch’io avevo studiato filologia germanica. Pensai che anch’io avrei potuto interessarmi di quel mondo sebbene venissi da un’altra galassia. E pensai che in fondo sfogliavo Vogue Italia da quando ero nata.
Poi la incontrai. Salì le scale dell’Accademia Costume & Moda insieme a me. Ero affianco a lei.
Invisibile.
Non per la calca, ma perché lei era indipendente, silenziosa e con l’occhio attento al dettaglio. Invece io ero invisibile perché divenni piccola piccola. Avevo vicino a me la direttrice del mensile per il quale avrei voluto scrivere, ma non ebbi neppure il coraggio di darle un saluto, un sorriso, un cenno della mia esistenza. Eppure lei aveva una parola per ogni ragazzo o giovane designer che si fermava per salutarla; aveva cortesia e sorrisi complici. Ma io ero troppo bloccata dalla paura di disturbarla e di non essere “abbastanza” per poterle fare neppure un cenno con il capo.
Poi la incontrai di nuovo a WHO IS ON NEXT: per ben 2 volte. Ma la situazione non cambiò e persi la mia occasione. La guardavo da vicino, così elegante, così gentile, così attenta ad aiutare i nuovi designer e a dare una chance a tutti.
La si riconosceva dalle ballerine, le più eleganti, dai vestiti delicati e dai lunghi capelli biondi e ondulati che le incorniciavano il viso. Era un fiore potente.
Aveva voglia di fare, di combattere. Ha modificato il modo di fare moda, di vedere la moda. Aveva il successo nelle vene. Fino alla fine.
Spesso leggevo il suo blog online ed era sempre sul pezzo, contemporanea, open minded, provocatrice, visionaria e difenditrice di idee. Diceva di provarci e riprovarci e di impegnarsi, perché “il successo si guadagna”.
Franca Sozzani ci ha insegnato molto, oltre alla moda, ci ha insegnato a lottare, a esserci anche nel dolore, eleganti e discrete. Fino alla fine.
Questo era ciò che le avrei voluto dire.
Martina