Ne è passato di tempo da quando cantavo Moi, je m’appelle Lolita, Lo ou bien Lola, Du pareil au même… di Alizèe, 17 anni fa circa. E all’epoca avevo l’età giusta per desiderare un uomo più grande. Diciamoci la verità: tutte le ragazze dai 12 anni in su cominciano a desiderare di dare un bacio a un ragazzo quindicenne, se diciottenne anche meglio, per essere “iniziate” all’arte dell’amore fisico. Perché notiamo un netto divario tra il nostro desiderio di diventare donne e la voglia dei ragazzi di continuare a giocare, magari ai Pokemon. (Cosa che i ragazzi amano fare fino all’età adulta, fino a 40 anni).
La verità sembra ben lontana da quella che ci racconta Vladimir Nabokov nel suo celebre romanzo Lolita, perché in quel caso è ben palese che sia più una patologia del narratore piuttosto che una bambina a vestire i panni di una “donna seducente”. Eppure con lui abbiamo categorizzato un modo di essere, che non è tanto la Lolita, quanto l’uomo che desidera Lolita.
Ho letto tanti libri di psicologia riguardo questo argomento, sia di uomini che amano donne più piccole sia di donne che amano uomini più piccoli. E su questi libri aleggia fortemente il senso della critica e forse anche della condanna: uomini e donne si innamorano dei loro compagni più piccoli perché sono attratti dalla possibilità di sentirsi di nuovo giovani oppure per un senso genitoriale, paterno o materno, che si impossessa di loro. Nel frattempo, nell’immaginario collettivo accade che se sei una Lolita, sicuramente sei una poco di buono, se sei una milf anche, se sei un daddy sei uno sporcaccione, mentre se sei un toyboy sei un figo che ha vinto al SuperEnalotto (per gli amici). Ti fanno credere di essere sbagliato, di essere malato, oppure di delirare, perché se hai 30 anni e ti innamori di qualcuno che ha 65 anni, che futuro hai? Perché il presente è già passato, dicono.
Forse è vero o forse no. La psicologia, per fortuna, è una scienza empirica e possiamo ancora salvarci dalla categorizzazione. Mentre dal giudizio popolare è ancora difficile sottrarsi. Ma l’amore è mai stato calcolato in queste teorie? Sì, sì, l’amore, quel sentimento che tutti provano, che ti fa trovare una ragione per vivere (e bene), per sorridere e per combattere. No, spesso non viene preso in considerazione. Ma non mi sento di giudicare dei famosi e affermati psicologi. Come non mi sento di giudicare uomini che si innamorano perdutamente di donne di 10 o anche 20 anni più piccole di loro, né di uomini molto giovani (i toyboy) che si innamorano di donne mature.
La verità sta nel mezzo o in quello che non si può comprendere. Perché poi l’amore un senso non ce l’ha. Ci innamoriamo per caso, di chi ci dà attenzioni, di chi ci fa ridere, di chi ci fa sentire unici. E allora perché ancora, nel 2017, c’è chi giudica l’amore con le sue differenze di età? Ah, scusate, dimenticavo… si giudica ancora l’amore tra bianchi e colorati e tra persone dello stesso sesso, quindi di cosa sto parlando?
Probabilmente mi riferisco ad argomenti che mi stanno a cuore. E che dovrebbero stare a cuore di tutti, soprattutto degli amici, che a volte danno giudizi troppo affrettati e dei genitori, che dovrebbero svecchiarsi un po’!
Vi è mai capitato innamorarvi di una persona con una grande differenza di età e per questo essere giudicati? Se sì, non sentitevi soli. Continuate ad amare e a sentirvi fieri del vostro sentimento; ma soprattutto, fregatevene dei giudizi altrui!
Martina