Sono passati quasi 4 mesi da quando mi sono trasferita a Milano. Sono arrivata durante l’autunno e questo inverno sembra non voler cedere a spiragli di primavera. Infatti ho cominciato a credere che questo sia l’inverno più lungo e freddo della mia vita.
Sono a Milano perché ho vinto una borsa di studio per il master in Social Media & Digital PR dello IED; ma soprattutto sono qui per coronare il mio sogno, che in parte si è già avverato.
In realtà, se ci rifletto meglio, avevo due sogni: andare a vivere un’ avventura incredibile a Milano e poi riuscire a lavorare nel mondo della moda.
Così è successo. Ho vinto la borsa di studio, ho cercato un piccolo monolocale, ho iniziato il master e all’improvviso, proprio quando non me lo aspettavo, sono stata chiamata per prendere parte a una piccola esperienza lavorativa, come editor, per un blog famosissimo (credo il più famoso in assoluto 😉 ).
Detto così potrebbe sembrare tutto perfetto, ma la verità è che dietro la facciata della bella avventura si nascondono tante piccole complicazioni… come per esempio la mancanza del sole. Milano non è di certo famosa per il sole splendente, ma io, inoltre, abito in un appartamento affiancato da palazzi e quindi mai illuminato dalla luce naturale.
Come fa una ragazza che vive di tramonti e di sogni a occhi aperti a stare senza il sole? Me lo chiedo ogni giorno, dal 15 novembre. Allora ho escogitato un piccolo modo per (ri)trovarlo, oltre a uscire (quando il tempo lo permette), ed è cercare un piccolo raggio di luce che colpisca i palazzi di fronte. Così i miei occhi si fermano su una piccola finestra e io comincio a immaginare. I ricordi sono i primi ad arrivare: quella stessa luce, dal colore rosa, la trovavo al mare, quando il tramonto illuminava le case vicino alla mia. Sento il venticello fresco ed estivo che muove i miei cappelli. E rivedo mio nonno, che mi dice di andare insieme al bar per prendere il gelato e a fare un giro sulle giostre. Posso sentire ancora l’odore della giostra a cavallo con il sellino lilla su cui mi sedevo. Quell’ odore di plastica misto a salsedine e infanzia.
E da quel momento… a sognare è un attimo.
Quando si è soli e senza luce, bisogna trovare un modo per sopravvivere. Credo sia diverso per tutti, ma possiamo trovarlo. Basta lasciarsi trasportare dall’istinto e forse anche un po’ dalla follia.
Alla prossima disavventura!
Martina