E se per un momento si spegnesse tutto, tu cosa faresti?
Fino a poco tempo fa questa domanda mi sarebbe apparsa ipotetica, surreale. Poi a un certo punto tutto si è spento.
Non l’ho scelto io, non lo abbiamo scelto noi. Lo abbiamo subito, attivamente.
Dai social ho visto grandi rivoluzioni umane e personali: chi non sapeva cucinare si è messo ai fornelli, chi non ha mai letto, ha comprato almeno 5 libri tra cui saggi e poesie, chi non ha mai scattato una foto si è trasformato in top model. Era giusto così, è giusto. Così.
Io invece quando tutto si è spento, ho spento tutto. Ma ho amato tanto. Perché contro la morte e il dolore c’è solo l’amore che può combattere per te, per noi.
Amor mio, chi ti ha amato in questo mondo, solo io.
Perché quando si spengono le luci e i rumori, le pareti di casa diventano più piccole e gli amori che non fanno rumore urlano follemente. Ma basta un raggio di sole per far ossigenare la mente. È strano quando quel raggio di sole arriva da dove non te lo aspetti. Da dove non te lo aspetti più. Dalla vita stessa, da un passato mai vissuto, da una vita sfuggita.
E allora sì, ho spento tutto intorno a me, per correre verso luci che non ricordavo più. Così ho ricominciato a scrivere, senza paura, senza premura, senza giudizio.
Baciamoci e facciamo l’errore dell’anno.
Senza paura, senza premura, senza giudizio. L’amore è solo mio, come le sensazioni, come il rischio. E allora per la prima volta me lo prendo tutto, il rischio. E compro un biglietto di sola andata, oltre la Francia, oltre l’America, oltre lo spazio.
Sola-andata.