L’amore impossibile esiste. Forse esiste da prima del Big Bang. Infatti siamo nati nella cultura dell’amore impossibile: già da bambini vedevamo nei cartoni animati storie non corrisposte, basti pensare a Piccoli problemi di cuore o a Lady Oscar. Ma anche noi vivevamo il nostro primo amore impossibile, perché non ditemi che non vi eravate innamorate di Yuri! Eppure Yuri non esisteva, ma noi guardavamo il cartoon con la speranza che ci fosse lui in quella puntata e la sera ci addormentavamo fantasticando di poter far parte di quel disegno animato: ma era irrealizzabile.
E sebbene la Walt Disney cercasse di indottrinarci l’happy ending del “vissero per sempre felici e contenti”, alla fine siamo cresciute con le tragedie di William Shakespeare, con L’Éducation Sentimentale di Flaubert e con Le Notti Bianche di Dostoevskij. In sintesi: l’amore ci strugge. Così alla fine rischiamo di vedere l’amore impossibile come un amore romantico: dove in realtà l’amore non trionfa e tutto diventa malinconico, ma così emozionante. Proprio così, perché se l’amore avesse trionfato, Romeo e Giulietta non sarebbero morti.
Ma qual è l’amore impossibile nel 2016? Lo stesso del 100 a.C. probabilmente: è psicologico, forse patologico, è triste, è inevitabile, è emotivo, è improvviso, è ricerca di attenzioni, è differenza di età, è distanza, ma soprattutto è inspiegabile. Le ragioni dell’impossibilità possono essere migliaia e tutte plausibili.
Come lo spieghi un amore per un uomo che non ti ama e che non ti amerà mai, sebbene tu ne sia consapevole? Non lo spieghi. Eppure ami incondizionatamente ciò che sai sia irraggiungibile. Perché poi è vero che corriamo dietro a chi ci sfugge. Diceva bene il nostro amato Shakespeare: “Ama chi ti ama, non amare chi ti sfugge, ama quel cuore che per te si strugge”. Parole al vento.
Sembra una sorta di legge del contrappasso: tanti ne hai respinti, tanti ti respingeranno; alcuni non li hai amati, alcuni non ti ameranno. Ed ecco che la legge diventa reale: restiamo imbottigliati in una storia a senso unico, senza via d’uscita.
Una storia che cresce e si alimenta dentro di noi indipendentemente dalla realtà dei fatti. Si provano e si vivono sentimenti veri, perché a volte la proiezione di un’emozione è talmente veritiera da sfuggire alla razionalità e sembra quasi di venire contraccambiati anche attraverso il silenzio o l’assenza.
E poi trovi quegli aforismi con scritto: “Nulla è impossibile!”. No, fidatevi, alcune cose sono impraticabili. Come perdere la testa per qualcuno che non può proprio notarti: ma ormai l’hai persa.
Ma come finiscono poi gli amori non vissuti? La verità è che non finiscono. Ti restano dentro. Perché gli amori impossibili non sono solo quelli non corrisposti, ma anche quelli finiti male, almeno per uno dei partner… e quella piccola domanda “come sarebbe stato se…” ti torturerà per sempre. Ma ce ne sono anche altri di amori assurdi: quelli che portiamo avanti sebbene ci distruggano dentro. Quelli per cui si finge di essere felici di una vita che in realtà non ci soddisfa. Forse ci si accontenta. Ma vi dico un segreto: chi si accontenta, muore nel profondo della propria anima.
Dovremmo volere solo amori possibili. Come vorremmo anche mangiare cioccolato senza ingrassare, bere litri di Martini senza ubriacarci, superare esami senza studiare… Insomma una vera e propria UTOPIA. Viviamo di amori impossibili ed è esclusa la possibilità di liberarsene.
Siamo esseri nati per amare, ma non sempre per essere amati da chi vogliamo. Ma soprattutto siamo nati per fantasticare e diciamocela tutta: ciò che è vietato e difficile è sicuramente eccitante e noi siamo attratti dal pericolo. Ergo… ci piace soffrire per amore!
“Sì, forse voglio lasciare ai miei occhi sogni che non mi fanno svegliare. Almeno per ora. Perché prima o poi mi sveglierò”.
Martina