Ho sempre pensato che siano i libri a scegliere noi e non il contrario. Certi libri arrivano nel momento giusto nel luogo giusto.
L’arte di essere fragili mi ha scelto dallo scaffale della libreria prima di partire per Milano. Sentivo la necessità di sentirmi fragile e soprattutto volevo averne il diritto. Non volevo sentirmi obbligata a essere forte perché stavo per partire lontano da sola, senza amici e senza parenti. Volevo scegliere di provare tutte le emozioni che un trasferimento comporta, sia positive sia negative. A pochi giorni della partenza cominciavo a capire cosa comportava battersi per un sogno. Perché i sogni spesso rappresentano sacrifici. Ma bisogna essere fedeli, per noi stessi, per il nostro sogno, per chi crede in noi.
Di cosa parla Alessandro D’Avenia in questo libro dedicato a Leopardi? Parla dell’adolescenza, dei sogni, dell’amore, della vita e ell’erotismo. Narra di un Leopardi che credeva nell’infinito e nella fantasia.
Non vi toglierò il gusto di leggere il libro, perché ne vale davvero la pena, ma vorrei citarvi alcuni passi che per me sono stati fondamentali in questo periodo di grandi cambiamenti, quando il cielo era sempre buio e piovoso e la solitudine sembrava prendere il sopravvento.
Buona lettura!
L’epoca delle passioni tristi, come qualcuno ha definito questo nostro tempo ebbro di emozioni di superficie ma assetato di amori profondi, è esangue e spenta per mancanza di destini tesi a diventare destinazioni.
Solo la fedeltà al proprio rapimento rende la vita un’appassionante esplorazione delle possibilità e le trasforma in nutrimento, anche quando la realtà sembra sbarrarci la strada.
Sperare non è il vizio dell’ottimista, ma il vigoroso realismo del fragile seme che accetta il buio del sottosuolo per farsi bosco.
Devo spaccare quell’armatura di paure che impedisce loro di capire che l’arte da imparare in questa vita non è quella di essere invincibili e perfetti, ma quella di saper essere come si è, invincibilmente fragili e imperfetti.
Il limite è la casa dell’infinito.
Tutte le persone che hanno realizzato il loro sogno hanno capito che il primo passo per custodirlo era andare a bottega come facevano gli artisti di un tempo, mettersi alla prova, imparare l’arte di creare e quindi di crescere.
Per avere “cara la vita” bisogna navigare (non solo in rete), affrontare i pericoli e la solitudine del mare, anche quello infinito del naufragio del cuore.
Quando un cuore dice a un altro “ti amerò per sempre”, che pretesa avanza se non quella che riuscirà a trovare sempre il nuovo nella stessa persona, l’infinito nel finito? Dipenderà dalla capacità di sostare, di pazientare, di giungere a uno strato ulteriore di profondità propria altrui.
Cos’è, Giacomo, l’amore se non un confidare a qualcuno il punto più scoperto dove colpirci, nel caso smettesse di amarci?
Tutto è destinato a finire, questa è l’essenziale fragilità del mondo.
L’amicizia è la strada principale perché un destino diventi destinazione, ma sono pochissimi gli amici che sanno salvare il nostro rapimento, confermarci nella nostra vocazione, perché a volte devono amarci più di quanto noi amiamo noi stessi. E questo richiede coraggio e pazienza. Essere fragili costringe ad affidarsi a qualcuno e ci libera dall’illusione di poter fare da soli, perché la felicità si raggiunge sempre almeno in due.
Martina