Con Helmut Newton (1920–2004) si entra in una nuova dimensione della fotografia, dove le modelle e i loro abiti diventano protagonisti del mondo dell’apparire e dell’inquietudine. Per comprendere il punto d’incontro tra il nudo e la moda degli anni Ottanta-Novanta, non resta che ripercorrere i passi della moda che caratterizzano il nostro secolo: Chanel, Christian Dior, le sorelle Fontana e tanti altri stilisti hanno ormai liberato, con i loro abiti, la donna da ogni sottomissione.
La moda diventa emancipazione sessuale, simbolo professionale e possibilità di aspirazione: dall’aristocrazia al proletariato, tutte le donne posso permettersi di seguire la moda. Ogni donna merita di sentirsi bella ed imita la potenza maschile: la sigaretta e il tacco 12 offrono alla femminilità l’opportunità di innalzarsi sopra gli uomini e renderli deboli. Newton affronta il problema dell’identità del nudo mostrando le sue modelle in posizioni statuarie in cui il nudo diviene un’arma di riscatto nel rapporto uomo-donna.
Con Sleepless Nights, nel 1978, lo stile di Newton viene consacrato come icona della fashion photography, mostrando le foto di moda scattate per Vogue e gli altri magazine. Dimostra che la fotografia può assumere un significato diverso, forse dal gusto molto personale, ma dal significato universale: erotismo e morte diventano la stessa faccia di una verità di un mondo che va alla deriva. Sposta l’obiettivo dal nudo al vestito, dal ritratto a immagini simili a reportage di crimini: la donna domina e l’uomo ne ha paura. La donna non può trattenere il suo potere e diventa una donna in abiti maschili, che fuma e bacia un’altra donna, nuda. Segue una moda che la vuole forte, bella e finta come un manichino. Un manichino di se stessa che è vuoto dentro, ma perfetto fuori, “Tutto ciò che è bello, è falso”.
Dietro la camera fotografica, lui cela la sua ironia, sorridendo di fronte a un mondo maschile che “non può nulla” davanti ad una donna nuda. Le sue foto preferite sono in bianco in nero o dal colore livido: ama la pelle fredda. Le sue opere sono l’opposto del sentimentalismo e del romanticismo. Criticato dalla società perché ama vivere nel mondo del consumismo, si difende affermando: “Bisogna essere all’altezza, anche della propria cattiva reputazione”.
Helmut Newton era vero, fino all’ultimo nudo, fino all’ultimo scatto.
Martina D’Ammassa